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Le curiosità di Torino: tra misteri, architetture bizzarre e simboli nascosti

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Martedì 21 ottobre 2025

Torino è una città che non smette mai di sorprendere. A prima vista può apparire come un elegante mosaico di palazzi barocchi, viali alberati e piazze maestose, ma dietro la sua compostezza sabauda si nasconde un’anima misteriosa, esoterica e ironica. Tra architetture eccentriche, leggende urbane e opere d’arte disseminate tra le vie, Torino è un libro aperto per chi ama scoprire il lato più curioso delle città.



La “Fetta di Polenta”: il palazzo più sottile d’Italia

Uno dei simboli dell’eccentricità torinese è senza dubbio la Casa Scaccabarozzi, meglio conosciuta come la “Fetta di Polenta”. Questo bizzarro edificio si trova nel quartiere Vanchiglia, all’angolo tra via Giulia di Barolo e corso San Maurizio. Fu progettato nel 1840 dall’architetto Alessandro Antonelli, lo stesso genio che avrebbe poi firmato la Mole Antonelliana.
La forma del palazzo è talmente sottile da sembrare quasi una scenografia: solo 54 centimetri di larghezza nel punto più stretto e poco più di quattro metri in quello più largo. Il colore giallo intenso, simile appunto a una fetta di polenta, gli ha valso il curioso soprannome con cui è oggi universalmente conosciuto.
Antonelli costruì la “fetta” come sfida personale, per dimostrare che era possibile realizzare un edificio stabile anche su un lotto minuscolo. E infatti, dopo più di un secolo e mezzo, la sua “provocazione architettonica” è ancora lì, perfettamente in piedi, attirando turisti e curiosi da tutto il mondo.

Il palazzo con il piercing: un tocco di ironia contemporanea

Restando a Vanchiglia, quartiere ricco di creatività e sperimentazione, un altro edificio ha conquistato fama internazionale per un dettaglio inaspettato: il palazzo con il piercing.
Si trova in corso San Maurizio 47, all’angolo con via Rossini, e mostra una grande scultura metallica a forma di orecchino che attraversa letteralmente la facciata. L’opera è dell’artista Corrado Levi, che nel 1996 decise di “forare” simbolicamente l’edificio per dargli una personalità nuova e provocatoria.
Il piercing di Torino è diventato uno degli esempi più riusciti di arte contemporanea urbana, un segno ironico che dialoga con la tradizione: in una città famosa per il rigore sabaudo e la sobrietà architettonica, un gesto di questo tipo rappresenta un sorriso, una piccola ribellione estetica.

Torino magica: tra esoterismo, alchimia e leggende

Ma il fascino di Torino non è fatto solo di architetture curiose: è soprattutto una città intrisa di simboli esoterici. Secondo molti studiosi dell’occulto, Torino fa parte sia del Triangolo della Magia Bianca (insieme a Lione e Praga) sia di quello della Magia Nera (con Londra e San Francisco).
Questa doppia appartenenza spiega la sua duplice natura: luminosa e razionale da un lato, oscura e misteriosa dall’altro.

Passeggiando per la città, si incontrano numerosi simboli massonici e alchemici: compassi, stelle, sfingi e figure mitologiche scolpite nei palazzi o incise sui portoni. La Piazza Statuto, in particolare, è considerata il cuore oscuro di Torino. Qui, dove un tempo si trovava il patibolo cittadino, oggi svetta il Monumento al Traforo del Frejus, una piramide di pietra sormontata da un angelo lucente.
Secondo la leggenda, quell’angelo non sarebbe un simbolo di luce, bensì Lucifero, il portatore di conoscenza.
All’opposto, la Piazza Castello rappresenterebbe il polo positivo, dove l’energia della città si fa più “bianca”. È qui, tra le geometrie perfette dei palazzi barocchi e la solennità dei portici, che si concentra l’altra faccia del mistero torinese: quella della sapienza, della cultura e della magia benefica.

Le statue di bronzo di Piazza d’Armi: un museo all’aperto

Non tutti sanno che Torino ospita anche un vero e proprio museo a cielo aperto di sculture in bronzo, collocato nel Parco Cavalieri di Vittorio Veneto, meglio conosciuto come Piazza d’Armi.
In quest’area verde, punto d’incontro per sportivi e famiglie, si trovano decine di statue e installazioni che raccontano storie diverse: figure umane, animali, simboli astratti e persino omaggi alla città stessa.
Molte opere risalgono agli anni ’60 e ’70, quando l’arte pubblica torinese viveva un periodo di grande fermento. Passeggiare tra i viali del parco significa compiere un viaggio nel tempo, tra tradizione e modernità, con l’arte che si fonde naturalmente con la vita quotidiana.

La Torino sotterranea: un’altra città sotto la città

Sotto le eleganti vie del centro si nasconde un mondo segreto. La Torino sotterranea è una rete di gallerie, cripte e passaggi che per secoli hanno collegato palazzi nobiliari, caserme e luoghi di culto.
Alcune di queste gallerie erano usate dai Savoia per spostarsi senza essere visti; altre servivano come rifugi durante le guerre. Oggi, grazie ai tour organizzati, è possibile esplorare alcune di queste sezioni, tra antiche cantine, cunicoli e cripte suggestive, come quelle della Chiesa della Consolata o del Santuario della Gran Madre di Dio, altro luogo simbolo della Torino magica.

Le “teste” di Palazzo Carignano e i segreti nascosti nelle facciate

Un altro curioso dettaglio architettonico si trova su Palazzo Carignano, capolavoro barocco di Guarino Guarini: la facciata è costellata da decine di volti scolpiti, tutti diversi, che rappresentano personaggi mitologici, figure allegoriche e semplici “mascheroni” decorativi.
Si dice che Guarini abbia voluto simboleggiare, con questi volti, la moltitudine del popolo piemontese: severo, riflessivo, ma anche ironico e sorprendente.

Il mistero del toro e le leggende urbane

Il toro, simbolo della città, compare ovunque: nello stemma, sulle fontane, persino incastonato nei marciapiedi. Uno di questi si trova sotto i portici di piazza San Carlo: secondo la tradizione, calpestare gli attributi del toro porterebbe fortuna.
Il risultato è che la parte in questione del mosaico è ormai lucida come uno specchio, levigata da migliaia di piedi che ogni giorno ripetono il rito scaramantico.

Curiosità minori ma affascinanti

  • In via Po 53 si trova una meridiana verticale del Settecento ancora perfettamente funzionante.

  • In via Roma, invece, sotto i portici, si può notare un particolare gioco di prospettiva: i portici sembrano perfettamente simmetrici, ma in realtà ogni pilastro ha misure leggermente diverse per creare un effetto ottico di armonia visiva.

  • Nel quartiere Cit Turin c’è un edificio decorato da mosaici liberty di grande bellezza, il Palazzo della Vittoria, noto anche come “Casa dei Draghi” per le sue sculture mitologiche che sorvegliano l’ingresso.

  • E non manca un tocco di modernità: in via Garibaldi e in altre strade del centro, alcune panchine artistiche sono state realizzate da designer torinesi per rendere la città ancora più “vivibile” e contemporanea.

Scoprire Torino significa entrare in contatto con un’identità unica: quella di una capitale elegante, colta e al tempo stesso visionaria, capace di unire passato e modernità, sacro e profano, magia e realtà. E forse è proprio questa la sua più grande curiosità — quella che non si trova scritta su nessuna guida, ma che si percepisce solo vivendola: Torino è una città che non si lascia spiegare, si lascia scoprire.

Il Team di Immobiliare Bramante